Come la raccontiamo ai bambini
Ipotesdi di proposta del Covid ai bambini
Mostro Cagliostro, con uno scarabocchio
ti affogherò nell’inchiostro

- Stella, stellina, sono arrivata. Dove sei?
- Ciao mamma. Sono in cucina.
- Cosa stai fac…
Stella è abbarbicata sul seggiolone in una posizione un po’ pericolosa. Ha il viso tutto sporco e le dita stropicciate.
- Stella, ti ho visto. Ti ho colta nel sacco, anzi con le dita nella marmellata. Ti ho lasciata sola due minuti e guarda cos’hai combinato!
Già. E proprio vero! Stella, in piedi sul seggiolone, ha aperto la dispensa e, preso il vasetto, l’ha aperto con grande fatica, poi con la confettura si è spalmata il viso!
- No mamma, non è marmellata., è confettura, confettura di ciliegie.
- Si, però potresti usare il cucchiaio. Capisco la forchetta che è stata inventata di recente, ma il cucchiaio si usa dall’età della pietra, Stella!
Stella guarda la mamma con una espressione interrogativa.
- Mamma cos’è l’età della pietra?
- Ah, lascia perdere.
- Noooo, dimmelo!
- L’età della pietra è un periodo di tanto, anzi tantissimo tempo fa durante il quale gli uomini ricavavano gli oggetti levigando appunto le pietre, i sassi e le rocce. Era anche un tempo in cui gli uomini erano molto pelosi.
- Allora il nonno è dell’età della pietra?
- No. Il nonno non ha tanti peli e anche il babbo ne avrebbe un pò di più… se non si depilasse!
- Anche il suo amico Gino sembra peloso, ma in costume da mare non l’ho mai visto. Quest’estate controllerò.
- Non credo Stella che potrai farlo. Gino é partito per un lungo viaggio.
- Allora controllerò Brunino, il suo nipotino.
- Va bene, ora scendi che è pericoloso.
Soddisfatta dalla spiegazioni stella, aiutata dalla mamma, scende dal seggiolone.
- Mamma, sta attenta nel rimuovere il vasetto, ho rotto un bicchiere. Potresti tagliarti.
- Va bene. Adesso andiamo al bagno a pulire il tuo bel visino.
- No mamma, non sono sporca. Sono truccata.
- Ah, sì! Non potevi usare la cipria o il fondo tinta, magari anche un po’ di rimmel e di rossetto per truccarti?
- Mamma, non mi trucco per essere più carina , ma per nascondermi, per mimetizzarmi.
- Mimetizzarti? Nasconderti? Da chi?
- Dal mostro! Dal mostro che è la fuori in agguato e se ci prende non ci fa respirare e ci rallenta il battito del cuore.
La mamma capisce le paure della figlia e con tanta calma cerca di spiegarle chi è quel mostro che davvero ci costringe ad avere tante attenzioni per evitarlo.
- Stella, Stellina, non serve nasconderti. Il mostro non ci vede.
- Se non ci vede come fa a prenderci?
E’ furbo. Ha come un radar. Come i pipistrelli che riescono a catturare le zanzare al buio senza vederci.
- Non ci credo. E poi cos’è il radar?
Mamma Luna, si perché così si chiama, si arma di pazienza. Cerca le parole semplici per spiegare che il radar è un apparecchio che attraverso onde radio, che girano nell’aria, capisce dov’è un oggetto e quindi lo può evitare o colpire.
- Il mostro - spiega la mamma - ci vuole sempre colpire anche se non ha gli occhi: noi dobbiamo imparare a evitarlo con tanta accortezza…
Drinnnn.
Suona il campanello. Mamma Luna lascia Stella per andare ad aprire la porta.
- Ciao Aris! Stella c’è papà! - dice la mamma mentre sta per abbracciare il marito.
No. Aspetta almeno che mi tolga il cappotto e mi lavi mani e viso.
Va bene. Stella ha bisogno di essere rincuorata dal babbo. Ha paura del mostro: si è dipinta la faccia con la confettura.
Il babbo sorride e tranquillizza la moglie dicendo che si sistema e andrà immediatamente da Stella.
Appena lo vede, Stella chiede del mostro e il papà le dice che ancora non ha l’arma per sconfiggerlo a duello, ma comunque ha saputo difendersi con guanti e maschera.
- Perché guanti e maschera? Chiede Stella.
Il babbo si siede sul divano accanto alla figlia e…
- Fin dall’antichità, cioè tanto tempo fa, ad Atene, si manifestò la peste che colpì tutte le persone di una città grande come…Stella, Stella…
- Luna, Stella si è addormentata!
- Beh, normale hai cominciato a prenderla un po’ alla larga. Devi trovare un modo più vicino a lei per farle capire quello che sta succedendo e tranquillizzarla.
- E come faccio?
- Cantale una canzone!
Il babbo va nello studio e prende la chitarra.
- Prima devo scrivere il testo.
Ripone lo strumento, afferra carta e penna e guarda prima il soffitto, poi la finestra e infine volge teneramente lo sguardo sulla figlia cercando l’ispirazione.
Babbo Aris pensa un po’ fino a trovare, in un recondito angolino del suo cervello, l’idea giusta per far capire a Stella chi è il mostro invisibile e il modo per difendersi.
- Ci vuole un nome … Vediamo un po’ . Ecco trovato. E di getto compone.

Cosa credi, virus Ventilone
sei piccolo, mica un omone
anzi, ti chiamo Cagliostro
perfido e brutto mostro
Prima o poi ti cancello
con il mio pennello
e con uno scarabocchio
ti affogherò nell’inchiostro!
Ti tolgo la corona,
e che tu sappia, non m’impressiona
te la tolgo e la butto via
senza tanta burocrazia!
Non una, né due, né tre
la butto, e non sposerai il Re!
Se necessita farò le prove
ma ti schiaccerò fino a volte diciannove.
Intanto ti combatto e mi difendo
certo, non mi arrendo.
Ora ecco quindi l’indicazione
da attuare senza agitazione.
Valida sempre, sia oggi sia domani
Utile per rimaner sani
Le mani lavarsi spesso
E non sarà mai in eccesso
Ovunque tu sia apri il rubinetto
Con un grande sorrisetto
Prendi il sapone
E andrai benone
Evita il contatto ravvicinato
Specie se il luogo è affollato
Niente baci e abbracci
Come foste fatti coi ghiacci
Almeno un metro stiam lontani
Anche se seduti sui divani
Lo sternuto fallo nel fazzoletto
E poi gettalo nel cassonetto
Degli altri non usar il bicchiere
Ma chiedine un altro al coppiere
Non toccarti occhi, naso e bocca
Insomma, la faccia non si tocca
Usa sempre la mascherina
Tanto sarai sempre carina
Se corri in pista
Duecentista o fondista
A due metri sta a distanza
Perché è buona creanza
Se sei in bicicletta
Maggiore distanza accetta
Perfido e brutto mostro
Che ti chiamo Cagliostro
Or presto molta attenzione
Per non cader nel tuo trappolone
Ma prima o poi ti cancello
con il mio pennello
e con uno scarabocchio
ti affogherò nell’inchiostro
Troverò il vaccino
e sarò il tuo becchino
Consoliamoci ora con questa fola
ma presto saremo all’asilo o a scuola
Papà Aris rilegge la filastrocca, impaziente di presentarla alla figlia. Si sveglia e le sorride…
Stella, mi aiuti?
Ho scritto una canzone
su questo cartone,
dobbiamo trovare la musica
che in testa un po’ mi brulica
Serve il tuo aiuto
tra una melodia e un acuto
-Ma papà, parli in rima
dai, canta l’anteprima.
Papa Aris e Stella cominciarono a ridere e attratta dalle risate arriva la mamma.
-Facciamo un coro
senza nessun ghirigoro
Un obbiettivo ci dobbiam prefiggere
Cagliostro è da sconfiggere
Foto sopra: yumpu.com
Foto al centro amenius.altervista.org